Non tutte le persone ne sono a conoscenza, ma tra le varie intolleranze alimentari di cui si può soffrire c’è anche l’intolleranza all’uovo, che si manifesta con sintomi simili a quelli delle altre intolleranze alimentari.
In particolare, costituiscono sintomi quelli relativi all’alito, che potrebbe ricordare l’odore dello zolfo, un elemento presente nel tuorlo, così come l’orticaria nei bambini. Le uova, nei soggetti intolleranti, possono inoltre influire anche sull’aumento del muco e sulla sua trasformazione in catarro. Altri sgni sono il mal di stomaco, comune anche in questa intolleranza, così come mal di testa, cistite, colite e fegato affaticato.
Chiarito ciò, risulta molto importante riconoscere questa forma di intolleranza, considerato che l’uovo è alla base di tantissimi prodotti di natura industriale, come i dolci e i gelati, i piatti pronti e le salse.
Ma come capire se si è intolleranti?
Naturalmente, la cosa più semplice da fare è procedere eliminando per almeno 15 giorni non solo le uova, quanto anche tutti gli alimenti che le contengono. Non è semplice, considerato che le uova sono un po’ dappertutto, ma leggendo con attenzione le etichette dei cibi che siamo soliti acquistare e mettere nel piatto, è possibile riuscirci.
Fatto ciò, si può procedere con la reintroduzione graduale delle uova e delle loro proteine nella dieta quotidiana. Se i sintomi dovessero ricomparire, l’intolleranza sarà diventata molto probabile.
Si potrà in questo caso ridurre fortemente il consumo di uova, ma senza eliminarle completamente (abitudine che si intraprende solo in presenza di allergia). A questo scopo potrebbe essere utile adottare una dieta a rotazione, ricordandosi che le uova possono essere sostituite – come quota proteica – da altri secondi come pesci, polli, legumi e altro ancora. Parlatene naturalmente con il vostro medico, al fine di trovare i giusti regimi alimentari per garantirvi un migliore benessere.